25-28 aprile 2019 – Gruppo del Rotary Club Rimini Riviera alla Maccarunera per visitare alcune bellezze della Campania.

26 aprile 2019 Conviviale del Rotary Club Campagna e Valle del Sele con il Rotary Club Rimini Riviera.

 dal diario di Cesare Trevisani del Rotary Club Rimini Riviera

AMICA MACCARUNERA

 Da qualche parte del mondo, in qualche dialetto, Maccarunera deve tradursi anche in ‘amicizia’.

La Maccarunera oggi è un luogo che tre amici hanno sottratto all’oblìo per arricchire l’elenco di bellezze di una terra generosa. Si trova a Campagna, città del fuoco e dell’acqua per via di due riti, ‘a Chiena e i Funacoli. In questo borgo campano pure acqua e fuoco sono diventati amici.

L’ingegno diffuso in quei tempi ha colto le potenzialità dell’acqua che accarezza Campagna grazie al fiume Tenza, trasformandola in potente energia per muovere i 14 mulini che nel 1700 alimentavano a loro volta l’economia del paese.

Il tempo, i terremoti, anche un po’ di incuria, hanno pian piano oscurato le geniali intuizioni di chi aveva capito come sfruttare la generosità della natura.

Da qui l’idea, ed ecco che ritorna il filo rosso del racconto, di tre amici d’infanzia che hanno recuperato i tre mulini che compongono l’attuale Maccarunera (vi si producevano maccheroni) sottraendoli al ruolo di discarica.

Quello che è scaturito è uno straordinario esempio di archeologia industriale: mentre resta ben visibile ciò che ha rappresentato dal 1700 quella tipologia di manufatto con soluzioni idrauliche da manuale ancora oggi, la Maccarunera è ora un luogo accogliente per chi vuol respirare l’aria di un territorio che esprime bellezze senza pari.

Ha fatto base qui il breve viaggio che un manipolo di rotariani ha compiuto fra le feste di fine aprile. Amici che hanno incontrato altri amici del Rotary Club Campagna Valle del Sele, oltre a godere di un piccolo assaggio del bello che la Campania offre.

Intanto la Costiera, già nel primo pomeriggio, con puntate ad Amalfi e alla maestosa cattedrale di Sant’Andrea, seguita dalla sofisticata e bellissima Ravello.

Poi l’arrivo alla Maccarunera, accolti dai tre amici di cui sopra: Vito D’Ambrosio, Cosimo Tartaglia e Emanuele Guarnieri.

La Maccarunera oggi è insieme albergo, ristorante, museo e mostra di pittura. L’albergo ha cinque stanze, grandi e curate; il ristorante è uno scrigno di piatti locali con prodotti che… potete immaginare; il museo è la rappresentazione di ciò che l’ingegneria applicata all’acqua può produrre nel terzo millennio (ieri i maccheroni, oggi energia pulita); la mostra è un lungo repertorio di opere che Cosimo Tartaglia ha prodotto dipingendo quadri, pareti e intagliando il legno. Se volete saperne di più: www.maccarunera.com

Torniamo al viaggio.

Dopo la Costiera, la cena e una notte riposante. La mattina (presto) ecco la sveglia con l’acqua che scorre sempre generosa e ti spinge a muoverti verso Pompei. Sette ore di visita insieme ad una super guida come Silvia (ITINERA), inframezzata da un pasto rapido, ci hanno ricordato di cosa fossero capaci i romani già 2500 anni fa. 3,4 milioni ogni anno si dirigono verso questo luogo dal fascino infinito.

La giornata termina con una cena fra amici. L’incontro con il Rotary locale testimonia, ce ne fosse bisogno, cosa significhi viaggiare con la ruota appuntata, ossia superare ogni barriera personale per approdare subito al dialogo aperto e alla convivialità. All’amicizia.

La prima mattina del secondo giorno ci conduce verso Padula. Qui c’è la Certosa di San Lorenzo che toglie il fiato per la sua imponenza e insieme all’Assessore alla cultura Filomena Chiappardo (guida super lusso) abbiamo visitato i luoghi della clausura dei frati certosini. Sotto voce: abbiamo visto anche luoghi non aperti al pubblico.

Padula è incastonata nella valle del Diano e fra le case è sorto un museo originale, dedicato al mitico Joe Petrosino, emigrante che a New York da poliziotto seppe guadagnarsi la fama di acchiappa mafiosi e che fu ucciso, guarda un po’, a Palermo in un viaggio dedicato alle sue indagini. Abbiamo conosciuto un discendente, ascoltato la storia appassionante, e di nuovo in pullman.

Finita? Macchè. Rotta su Paestum, dove ci attende l’ormai amica Silvia per condurci in una meraviglia che resterà nel ricordo di ognuno. Se a Pompei erano i Romani a comunicare potenza e ingegno, qui sono i Greci a far capire da dove nasce tutto. Paestum al pomeriggio, col sole calante e la brezza leggera, con visita finale al bellissimo museo, è il fiore all’occhiello del viaggio.

Ritorno alla Maccarunera, altra cena coi sapori di Campagna… e pronti al rientro a casa.

Mica subito. La mattina puntata a Salerno, altro duomo sontuoso, con cripta ricchissima e sfarzosa; poi sù verso Vietri per ammirare le ceramiche, fare acquisti e consumare un pranzo di pesce sulla spiaggia tirrenica.

E’ ora di tornare. Treno verso Napoli, Roma. E via a Rimini.

Maccarunera da qualche parte, di sicuro, significa amicizia. Perché ogni momento, ogni incontro, ogni luogo e persona incontrata, è figlia dell’amicizia: fra persone che hanno vissuto un’infanzia comune (vi ho risparmiato i ricordi di Cosimo su cosa combinava Vito da giovane), che hanno voluto rinvigorirla con un’opera bellissima e l’hanno offerta ad amici… che hanno incontrato altri amici… e che grazie a loro hanno conosciuto una guida che è diventata amica.

Ecco perché da qualche parte, Maccarunera….

Cesare Trevisani